Vogliamo scrivere in forma condivisa, tramite dei laboratori partecipativi, un breve documento di rivendicazioni per orientare la nostra azione e rilanciare la campagna "Il lavoro si deve pagare".

I cattivi lavori, pagati male, precari e con carichi di lavoro insostenibili, alimentano le diseguaglianze tra le persone. Comune e Regione sono in grado di determinare, direttamente o indirettamente, l’offerta lavorativa.

Le scelte di Toti e Bucci ci indirizzano verso una città di plastica, ridotta a vetrina per i turisti, in cui ogni iniziativa è fondata sul consumo, rivolta a chi se la può permettere e che ignora tutti gli altri. Una città immobile, che promuove il benessere di chi sta già bene, la competizione tra persone e tra città, premia le imprese che depredano i territori e si basano su lavori precari e pagati male.