Impossibile. Finché non lo facciamo

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PER SECOLI CI SIAMO FATTI LA GUERRA e uccisi nel cuore dell’Europa.

Era impossibile pensare di inventare uno spazio, una comunità e poi un’unione che capisse che era più importante collaborare piuttosto che ammazzarsi. Era impossibile, finché non l’hanno fatto.

FINO AL 1972 NON ESISTEVA IL WEEKEND, la settimana per come la conosciamo ora, da 40 ore. Era impossibile pensare di accorciarla, così come prima era impossibile accorciare la giornata di lavoro da 14 ore.

Sembrava impossibile, fino a quando non l’abbiamo fatto.

Sembrano sempre esserci risorse infinite per fare guerre e per investire nelle fonti fossili e in armi.

Perché invece i soldi per un’Europa che si batta nel nome della giustizia climatica e che difenda i più deboli e i lavoratori durante la transizione non ci sono mai?

Forse perché non si ha il coraggio di andare a prenderli dove negli ultimi anni si sono ultra-accumulati: nelle mani di pochi. Nelle mani delle aziende del petrolio e del gas, e di pochissimi ultra-ultra-ricchi che hanno accumulato di più negli ultimi 2 anni che negli ultimi 40.

La crisi climatica ha chiari responsabili, e lavoratori e lavoratrici non devono pagare l’onere delle colpe altrui.

I prossimi trent’anni.

È il tempo in cui Leonardo, mio nipote, nato l’anno scorso, crescerà, studierà, magari si innamorerà e si laureerà.

Trent'anni è anche l’età media in cui un giovane in Italia può permettersi di andare fuori casa, quando in altri stati questo avviene già tra i 23 e 25 anni.

30 sono gli anni che abbiamo per cambiare questo mondo storto.

È impossibile, fino a che non lo facciamo.

Fino a che non lo costruiremo, tutti insieme, a partire dall’Europa, a partire da qui.

È tutto impossibile, finché non lo faremo, e a quel punto diventerà la nostra nuova normalità.

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