Richiesta di interruzione immediata delle esportazioni militari

indirizzata a: Battaggion SpA, Bergamo

Nessun Profitto dal Genocidio!

Un'azienda bergamasca ha venduto tecnologie per la produzione di esplosivi a Israele tra il 2022 e il 2024, mentre lo Stato di Israele era accusato di genocidio dalla Corte Internazionale di Giustizia. Ha fatturato 5 milioni di euro. E ha nuove commesse per altri 5 milioni in attesa di autorizzazione governativa.

In quanto cittadini bergamaschi, ci dissociamo da questo commercio.

Abbiamo accompagnato la Global Sumud Flotilla per spezzare l'assedio di Gaza. Ora chiediamo che il nostro territorio si affranchi dai commerci militari con Israele.

👉 Firma ora la lettera a Battaggion SpA. Chiedi l'interruzione immediata delle esportazioni verso Israele e la riconversione produttiva agli usi civili.

Se non è la comunità locale a chiedere conto delle responsabilità del proprio territorio, nessun altro lo farà. Verremo giudicati non dalle nostre parole, ma dalle azioni concrete che intraprendiamo.

Petizione di

A: indirizzata a: Battaggion SpA, Bergamo
Da: [Il tuo nome]

Siamo cittadine e cittadini bergamaschi che hanno accompagnato la Global Sumud Flotilla nella sua missione per spezzare l'assedio illegale di Gaza. Apparteniamo a quella coalizione di persone comuni che crede nel valore della dignitĂ  umana e nel potere dell'azione collettiva e nonviolenta.

I dati ufficiali delle relazioni parlamentari ai sensi della legge 185/1990 documentano che, tra il 2022 e il 2024, Battaggion SpA ha fatturato oltre 5 milioni di euro da commesse israeliane per tecnologie destinate alla produzione di esplosivi. Queste esportazioni sono proseguite anche durante il genocidio in corso a Gaza, per il quale lo Stato di Israele è accusato dalla Corte Internazionale di Giustizia, da organismi delle Nazioni Unite e da numerose organizzazioni internazionali per i diritti umani.

In quanto cittadini bergamaschi, ci dissociamo da questo commercio e vi chiediamo quanto segue:

1. Interrompere immediatamente ogni esportazione di materiali d'armamento verso Israele e ritirare le commesse per ulteriori 5 milioni di euro in attesa di autorizzazione governativa.

2. Riposizionare l'offerta commerciale a favore esclusivo degli usi civili delle vostre tecnologie, abbandonando definitivamente ogni produzione destinata a utilizzi militari in violazione del diritto internazionale.

3. Destinare risorse concrete alla riparazione materiale dei danni subiti dal popolo palestinese, attraverso contributi verificabili per la ricostruzione di ospedali, infrastrutture sanitarie e idriche distrutte a Gaza.

4. Garantire che questo riposizionamento commerciale non comporti alcuna conseguenza sui livelli occupazionali. La riconversione produttiva deve essere accompagnata da piani di salvaguardia dei posti di lavoro e riqualificazione professionale delle lavoratrici e dei lavoratori.

In attesa di un vostro riscontro, porgiamo distinti saluti.