Volt contro la violenza nelle carceri in Emilia-Romagna: partecipa anche tu al presidio permanente

Regione Emilia Romagna

Sono passati più di 1000 giorni dall'8 marzo 2020, quando 9 persone detenute nel carcere di Sant'Anna di Modena sono decedute durante le rivolte scoppiate nell'istituto penitenziario.

La sentenza è stata per tutte e 9: "overdose da metadone". Ma le testimonianze dei sopravvissuti raccontano un'altra storia: violenze, fino all'accusa di torture per 120 agenti delle forze dell'ordine.

Il caso di Modena non è l'unico: soltanto nella nostra regione, negli ultimi mesi sono stati pubblicati video di violenze e pestaggi a Reggio Emilia, Ferrara e Sassuolo (Modena); guardando a tutta Italia, le accuse di violenze a danno di minori nel carcere minorile Beccaria di Milano e il maxi processo iniziato per le violenze avvenute nell'aprile 2020 nel carcere di Santa Maria Capua Vetere.

Reato di Tortura, secondo l'art.613 bis Codice Penale:

Chiunque, con violenze o minacce gravi, ovvero agendo con crudeltà, cagiona acute sofferenze fisiche o un verificabile trauma psichico a una persona privata della libertà personale o affidata alla sua custodia, potestà, vigilanza, controllo, cura o assistenza, ovvero che si trovi in condizioni di minorata difesa, è punito con la pena della reclusione da quattro a dieci anni se il fatto è commesso mediante più condotte ovvero se comporta un trattamento inumano e degradante per la dignità della persona. Se i fatti di cui al primo comma sono commessi da un pubblico ufficiale o da un incaricato di un pubblico servizio, con abuso dei poteri o in violazione dei doveri inerenti alla funzione o al servizio, la pena è della reclusione da cinque a dodici anni. Il comma precedente non si applica nel caso di sofferenze risultanti unicamente dall’esecuzione di legittime misure privative o limitative di diritti. Se dai fatti di cui al primo comma deriva una lesione personale le pene di cui ai commi precedenti sono aumentate; se ne deriva una lesione personale grave sono aumentate di un terzo e se ne deriva una lesione personale gravissima sono aumentate della metà. Se dai fatti di cui al primo comma deriva la morte quale conseguenza non voluta, la pena è della reclusione di anni trenta. Se il colpevole cagiona volontariamente la morte, la pena è dell’ergastolo.

Istigazione del pubblico ufficiale a commettere tortura, secondo l'art.613 ter Codice Penale

Il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio il quale, nell’esercizio delle funzioni o del servizio, istiga in modo concretamente idoneo altro pubblico ufficiale o altro incaricato di un pubblico servizio a commettere il delitto di tortura, se l’istigazione non è accolta ovvero se l’istigazione è accolta ma il delitto non è commesso, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni.

Art.1 convenzione ONU contro la tortura

Il termine «tortura» designa qualsiasi atto con il quale sono inflitti ad una persona dolore o sofferenze acute, fisiche o psichiche, segnatamente al fine di ottenere da questa o da una terza persona informazioni o confessioni, di punirla per un atto che ella o una terza persona ha commesso o è sospettata di aver commesso, di intimidirla od esercitare pressioni su di lei o di intimidire od esercitare pressioni su una terza persona, o per qualunque altro motivo basato su una qualsiasi forma di discriminazione, qualora tale dolore o tali sofferenze siano inflitti da un funzionario pubblico o da qualsiasi altra persona che agisca a titolo ufficiale, o sotto sua istigazione, oppure con il suo consenso espresso o tacito. Tale termine non si estende al dolore o alle sofferenze derivanti unicamente da sanzioni legittime, ad esse inerenti o da esse provocate.


Chiediamo giustizia e presa di responsabilità da parte delle istituzioni. Per questo, chiamiamo a partire da oggi giovedì 2 maggio un presidio permanente, itinerante nella regione, che ricordi ai decisori politici e agli organi di giustizia quelle che sono le disposizioni previste dal nostro attuale ordinamento.

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Silvia Panini, candidata alle elezioni europee per Volt Italia nella circoscrizione Nord-est, lista Partito democratico
Gianluca Guerra, coordinatore regionale Volt Emilia-Romagna
Petizione di

A: Regione Emilia Romagna
Da: [Il tuo nome]

Chiediamo giustizia e presa di responsabilità da parte delle istituzioni. Per questo, chiamiamo a partire da oggi giovedì 2 maggio un presidio permanente, itinerante nella regione, che ricordi ai decisori politici e agli organi di giustizia quelle che sono le disposizioni previste dal nostro attuale ordinamento.